Siamo quasi alla fine di CoopUP Bologna – il percorso di formazione, incubazione e networking promosso da Confcooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna – ed è arrivato il momento di parlare di finanziamenti e forme giuridiche.
Non poteva mancare, però, un momento di confronto: nella prima parte dell’incontro, i vari team sono stati divisi in gruppi di 2/3 realtà, per una verifica incrociata di quanto fatto fino a ora. A turno, ogni realtà ha esposto il proprio Minimum Viable Product e le proprie ipotesi da verificare, iniziando la validazione attraverso la riscrittura di quanto emerso finora, fatta dal punto di vista degli altri team del lavoro di gruppo.
La seconda parte dell’incontro è stata invece dedicata a argomenti più tecnici: l’accesso al credito e le forme giuridiche.
1_accesso al credito: come richiedere un finanziamento
Alberto Montanari e Maria Cristina Laganà di Emil Banca hanno introdotto l’argomento, dando alcuni consigli.
Innanzitutto, quando si presenta una domanda di finanziamento bisogna tenere presente una cosa: al di là della bontà dell’idea, la banca deve percepire che il progetto nasce da una motivazione forte ed è sostenibile nel tempo.
L’approccio di valutazione di una banca legata al territorio non è solo quantitativo, ma anche fortemente qualitativo. Emil Banca presta infatti attenzione, in fase di valutazione, oltre alla qualità dei progetti, all’impatto del progetto sul territorio e ai benefici generati per lo stesso e per la comunità. Quello che può fare la differenza sono le persone che portano avanti l’idea e come questa viene raccontata: non tanto la sua realizzabilità, ma la continuità nel tempo. Quello che deve essere presentato, quindi, non è un’idea, ma un’idea di impresa e un modello di business.
Quando si presenta una richiesta di finanziamento non devono mancare:
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- il business plan (che, appunto, deve presentare gli impatti dell’idea sulla comunità di riferimento);
- la richiesta di finanziamento (senza dimenticare di indicare anche i mezzi propri, che sono una componente fondamentale del progetto di investimento e finanziamento)
Insieme alla banca, l’imprenditore sceglierà poi la strada e i mezzi migliori per finanziare il proprio progetto.
2_La riforma del Terzo Settore e l’impresa sociale
Simona Rizzo di Kilowatt ha fatto una panoramica sulla riforma del terzo settore del 2017 e sulle caratteristiche dell’impresa sociale. Innanzitutto, la riforma vuole essere uno strumento unitario per garantire logica e coerenza: fino a ora, infatti, ogni ente era disciplinato da una normativa ad hoc.
I principi cardine della riforma sono 3:
- per la prima volta viene riconosciuto, sulla base di requisiti, non concesso, un ente sociale;
- viene superata la concezione per cui il terzo settore era visto come l’insieme degli enti che dovevano compensare gli effetti del fallimento di mercato e stato;
- viene accolta la cultura dell’impatto sociale: sono ugualmente importanti i risultati e l’impatto, cioè il cambiamento generato con la propria attività sulla comunità coinvolta.
Tuttavia, ad oggi, la riforma non è operativa in tutte le sue parti: il 2018 sarà un periodo transitorio durante il quale tutti gli enti potranno adeguarsi.
Simona ha poi spiegato (ogni argomento è dettagliato nelle slide seguenti):
- chi sono i soggetti del terzo settore;
- quali caratteristiche devono avere per essere riconosciuti come tali;
- l’acquisizione della personalità giuridica;
- il regime fiscale;
- il rapporto di lavoro e volontariato;
- l’impresa sociale.
3_il modello cooperativo
Ha chiuso l’evento l’intervento di Letizia Fabbri di Confcooperative Bologna che ha approfondito il modello cooperativo. La cooperativa è una delle opzioni tra cui scegliere quando si fonda una impresa. Se il nostro obiettivo è quello di realizzare un’idea per la quale la condivisione con altri è un vantaggio, la cooperativa è la soluzione più adatta. Le caratteristiche principali della cooperativa sono:
- fine mutualistico: una cooperativa nasce per fornire ai propri soci beni, servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato;
- capitale variabile: a differenza delle altre tipologie di società, per le quali il quantum di capitale della società è definito dalla legge, nelle cooperative è deciso dai soci. E’ chiaro che deve essere equilibrato rispetto a quello che la società vuole fare;
- non lucratività: la cooperativa è una forma di impresa che non persegue un fine di lucro, ma l’utile è principalmente investito nella coop stessa, con l’obiettivo di far crescere il più possibile l’impresa;
- principio società aperta: potenzialmente, chiunque può diventare socio di una cooperativa. E’ necessario presentare una domanda di ammissione che verrà approvata o meno dal CdA, in base a specifici requisiti.
Una particolare forma di cooperative sono le cooperative sociali, che sono imprese sociali di diritto, poiché svolgono le attività di pubblica utilità. Esistono quelle di tipo A, socio-assistenziali e educative, e di tipo B, che impiegano persone svantaggiate. La cooperativa sociale può impiegare dei soci volontari, che non devono però superare il 50% dei soci complessivi.
La cooperativa, come ogni altro tipò di società, si costituisce con un atto pubblico, cioè presentando e registrando, davanti a un notaio, statuto e atto costitutivo. La costituzione ha una spesa di circa 2.500 euro e il capitale minimo è di 25 euro (ovviamente, questo è legato al tipo di attività che si vogliono realizzare).
Il prossimo appuntamento è martedì 6 febbraio alle 18.00 nella Gabbia del Leone (c/o Le Serre dei Giardini Margherita a Bologna) con il quarto MrWolf. Parleremo di validazione delle ipotesi e fattibilità economica con Water Grabbing, una delle realtà che partecipano al percorso e, in veste di MrWolf, Eugenio Orsi [Antimatter Studio] e Pierluigi Lasala [direttore crediti di Emil Banca].
Qui l’evento Facebook. L’ingresso è libero e non è necessaria iscrizione.
Per informazioni: coopupbo@confcooperative.it
Di seguito le slide dei relatori.