L’idea d’impresa: strumenti per creare e rimodellare la proposta di valore, tra business modeling e community

“Questi tre mesi serviranno a mettere in discussione tutto quello che avete progettato finora, grazie anche al supporto della community di CoopUP “.

L’esordio è chiaro, o meglio, parlano chiaro Nicoletta e Gaspare di Kilowatt ai 16 team partecipanti alla terza edizione del percorso. Come più volte abbiamo scritto, infatti, CoopUP ha l’obiettivo non solo di far crescere i progetti – e per farlo spesso bisogna metterli in discussione – ma soprattutto di creare una community coesa e collaborativa, che sappia apportare valore alle idee e alle persone che le animano. Ecco, ad esempio, il perchè di un gruppo Facebook per favorire le relazioni: un ambiente dinamico dove postare i propri contenuti e dove, soprattutto, innescare un dialogo con gli altri partecipanti, nonchè potenziali target (quale migliore occasione per farlo!).

Ma torniamo al tema di questo secondo incontro – l’idea di impresa: strumenti per creare e rimodellare la proposta di valore, tra business modeling e community – e come sempre, partiamo da una domanda più che da inconfutabili risposte: qual è il cambiamento che vogliamo generare? A chi vogliamo rivolgerci per aiutarlo a raggiungere uno specifico obiettivo?

(il progetto) _______________________

vuole aiutare  _____________________

a _______________________________

Questo è il punto di partenza per ragionare sul proprio modello di business, quel modello di business che tiene conto dell’impatto che genera nella comunità di riferimento, che aiuta a pensare progetti sostenibili anche nella condizione attuale in cui le finanze pubbliche si sono drasticamente ridotte e che permette la lettura e la comprensione di tutti i pubblici coinvolti nel processo, indipendentemente dal loro ruolo, siano essi organizzatori, personale, finanziatori o semplici cittadini.

Dobbiamo, quindi, definire dapprima la nostra vision (la manifestazione del futuro verso cui si vuole andare, il punto a cui tornare per ritrovare l’ispirazione e la guida), poi la nostra impact vision, che si rivolge principalmente ai nostri beneficiari.

Deve essere:

  • chiara: che non richieda altre spiegazioni
  • avvincente: deve saper ispirare chi la legge, anche se non vi conosce come team
  • fuori dalla zona di comfort: non deve essere immediatamente realizzabile, ma deve essere qualcosa in cui il team crede e che, con impegno (e un po’ di fortuna), può raggiungere.
  • disponibile: deve essere in un format condivisibile in qualsiasi stadio del progetto

Definita questa, possiamo passare al vero e proprio modello di business ossia l’organizzazione complessiva dei fattori che permettono di generare valore per il mio cliente target. Un’azienda crea valore per i propri clienti/utenti quando li aiuta a svolgere un compito importante, a soddisfare un desiderio o a risolvere un problema. Partire dal bisogno, quindi, aiuta a definire le priorità.

Lo strumento utilizzato è il Social Business Model Canvas, utile per descrivere, visualizzare, valutare e cambiare la propria idea di business, tramite un framework visuale che descrive le logiche secondo le quali un’azienda produce valore.

Di seguito la presentazione dello strumento, utile soprattutto per raccontare ai nostri utenti cosa facciamo e in che cosa consiste la nostra proposta di valore. Questo è importante da sottolineare perchè spesso, compilandolo, si tralasciano aspetti per noi scontati, ma non per il nostro target, quindi il consiglio è inserire tutto… a togliere si farà sempre in tempo!

 

 

<< Prossimi appuntamenti di CoopUP Bo >>

 

5 dicembre || h 18.00 – 20.30

MrWolf#1: value proposition e identità

(evento aperto a tutti, qui maggiori info)

13 dicembre || h 14.30 – 18.30

Incontro di formazione su prototipazione e testing

(rivolto ai partecipanti)

 

Per rimanere aggiornati sul progetto, seguite il gruppo Facebook  oppure scrivete a coopupbo@confcooperative.it

 

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