Al via la terza edizione del percorso: primo appuntamento su proposta di valore e identità

E’ iniziata il 15 novembre la terza edizione di CoopUP Bologna, il percorso di  formazione, incubazione e networking promosso da Confcooperative Bologna Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna.

Per le 15 idee di impresa selezionate è previsto un percorso di accompagnamento che avrà l’obiettivo non solo di far crescere le idee, ma soprattutto di creare una community coesa e collaborativa. Le parole chiave di questa edizione del percorso sono infatti, come sottolineato da Nicoletta [Kilowatt] che ha introdotto i lavori, sono:

  • generazione impatto: che cambiamento voglio generare?
  • networking e collaborazione: approccio collaborativo
  • open innovation: che deriva dalla collaborazione con altre aziende, nello specifico Confcooperative Bologna, Emil Banca e Irecoop;
  • intraprendenza: necessità di avere numeri e performance

Il percorso prevede un incontro settimanale fino al 20 febbraio, divisi tra momenti formativi e gli ormai noti MrWolf: per chi ancora non li conoscesse, sono incontri di problem solving collettivo in cui una realtà del percorso è analizzata dalla community e da mentor esterni (i MrWolf appunto), chiamati a risolvere dubbi e problemi.

Gaspare Caliri [Kilowatt] ha poi spiegato il primo punto del metodo che contraddistingue Kilowatt e che verrà applicato al percorso stesso. I principi attorno a cui ruota sono:

  • design dei servizi
  • arte relazionale
  • community organizing
  • approccio imprenditoriale
  • innovazione sociale, ossia attenzione all’impatto

Nello spiegare il design dei servizi, l’origine e alcuni esempi (che trovate nelle slide di seguito), Gaspare insiste su un aspetto: è fondamentale non tanto mettere al centro l’utente, ma coinvolgere la community di riferimento sin dalla fase di progettazione. Da un approccio user centred si va verso uno community centredInoltre, il servizio è prima di tutto una azione relazionale, un passaggio di valore.

Tra i vari esempi, cita quello Dabbawalla, termine che indica un servizio diffuso a Mumbai (India) di distribuzione e ritiro pasti ai lavoratori. Questo esempio è molto interessante perché, al di là dell’aspetto inizialmente mutualistico, fa riflettere sui passaggi relazionali da fare per arrivare alla strutturazione di un servizio specifico: alcune persone hanno un bisogno si organizzano per strutturare il servizio che lo soddisfi, che gradualmente cresce e diventa una struttura organizzata.

Dopo l’intervento di Gaspare, è il momento del primo esercizio pratico sull’identità: che cosa NON siete? Dalle risposte è possibile individuare degli elementi comuni a tutti (o quasi):

  • non siamo azienda/imprenditori/capitalisti:  nessuno vede l’impresa tradizionale come la struttura organizzativa adatta per il proprio progetto. La sfida è trovare una forma di distribuzione delle risorse che rispecchi i valori che ognuno vuole trasmettere. Tutte le realtà sentono di dover essere sostenibilima di restare necessariamente accessibili per l’utente finale.
  • non siamo gerarchici: per tutti l’approccio non è quello gerarchico, ma orizzontale e collaborativo.

Nicoletta interviene a questo punto sul valore, collegabile indubbiamente alla specificità della attività e al modo in cui viene comunicato all’esterno. Il valore di una impresa è quello per cui i clienti sono disposti a pagare.

Il valore si crea: 1) apportando una innovazione; 2) risolvendo un problema; 3) rendendo accessibile un servizio; 4) rendendo il brand un’esperienza; 5) riducendo i rischi e infine 6) seguendo le evoluzioni dei nostri clienti/utenti. Un esempio? Yoox – famosa piattaforma di shopping online – ha costruito la sua proposta di valore sulla facilità del reso!

Il messaggio principale anche qui è relazionale: per andare oltre un’innovazione incrementale, è necessario avere strumenti di ascolto, coinvolgimento, monitoraggio dei bisogni dei pubblici di riferimento.

E da qui è iniziata la seconda esercitazione pratica, utilizzando il value proposition canvas: ogni realtà dovrà costruire la propria proposta di valore in relazione ai diversi target.


Buon lavoro!

Il prossimo appuntamento è il 29 novembre, sul business modeling.

Per rimanere aggiornati sul progetto, seguite il gruppo Facebook  oppure scrivete a coopupbo@confcooperative.it.

Di seguito, le slide degli interventi.

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