CoopUP BO, incontro #6: nuove frontiere di mutualità, capacity building di escosistemi

Mercoledì scorso CoopUp Bologna è giunto al termine del percorso di formazione che ha visto coinvolte più di 20 realtà imprenditoriali nella messa a punto della propria business idea.

A conclusione del percorso, dunque, sembrava logico affrontare il tema del rapporto con gli istituti di credito sia perchè rappresentano un interlocutore fondamentale per l’avvio – e il consolidamento – dell’impresa, sia perchè uno dei promotori del progetto stesso è Emil Banca che quindi ha fornito alcune precise indicazioni.

Maria Cristina Laganà [referente crediti speciali di Emil Banca] ha dato il via al sesto appuntamento di CoopUp Bologna iniziando il suo intervento a partire dal ruolo dell’imprenditore oggi nel dialogo con la banca; soprattutto quando si tratta di startup, infatti – che non hanno una storicità importante e nemmeno un business plan consolidato – il ruolo dell’imprenditore, con la sua vision, i suoi obiettivi, le sue solidità, è di fondamentale importanza.

La prima operazione da fare quando si ipotizza l’intervento di una banca nella messa a punto del proprio business è capire le necessità finanziarie analizzandone:

  • natura: si tratta di fabbisogno da investimenti, da circolante o da copertura perdite?
  • qualità: cosa finanzio? è di buona o cattiva qualità?
  • durata: è un fabbisogno di breve periodo o di lungo?

Detto ciò, la scelta di investimento compete anzitutto all’imprenditore che, con l’ausilio della banca, individua la strada per finanziarlo. Come prima si parlava dell’importanza del ruolo dell’imprenditore nella definizione del rapporto di fiducia con la banca, anche in questo caso i mezzi propri sono una componente fondamentale del progetto di investimento e di finanziamento.

La decisione di finanziamento può essere il capitale fisso – il finanziamento – oppure il CCNO, cioè la circolarità. La scelta di finanziamento del capitale fisso è attraverso il capitale proprio, la scelta del CCNO è tramite debiti finanziari.

Individuate le necessità e il fabbisogno si struttura il tipo di finanziamento più appropriato, tra cui:

  • fidi a breve termine: come i fidi di cassa (si tratta principalmente del classico scoperto di conto corrente, che fornisce liquidità per piccole esigenze di gestione ordinaria) e lo smobilizzo crediti o anticipo fatture (che permette di ottenere liqudità a fronte dello smobilizzo dei crediti che l’impresa vanta nei confronti di terzi;
  • finanziamenti a medio-lungo termine: di durata superiore ai 18 mesi, destinati a finanziare investimenti e progetti di lungo periodo (cfr. mutuo)
  • crediti speciali: sono i finanziamenti collegati ad agevolazioni di vario tipo, derivanti da leggi statali o regionali; le agevolazioni si concretano prevalentemente in contributi in conto interessi (cfr. Nuova Sabatini Ter, per investimenti materiali di qualsiasi genere, come l’acquisto di macchinari), a fondo perduto (es. bandi regionali) o a «fondo garanzia» (es. Fondo di Garanzia per le Pmi, che vede la Banca erogare il finanziamento, mentre il Fondo ne garantisce una certa
    quota, agevolandone così la concessione)

Con particolare riferimento al Fondo di Garanzia per le Pmi, Maria Cristina segnala che sono previste sezioni speciali destinate a imprenditoria femminile, start up innovative, cooperative sociali (valutare l’opportunità di acquisire la qualifica di «impresa sociale» – v. l.118/2005).

A conclusione di tutto, è sempre bene ricordare che la scelta di finanziamento migliore è quella che tiene conto di tutti gli strumenti: l’ideale, infatti, sarebbe avere un mix di tutti per evitare che una situazione critica si cronicizzi e non si valutino altri strumenti più adatti per la sua soluzione.

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Concluso l’intervento di Emil Banca, è il momento di esplorare le nuove frontiere di mutualità con Nicoletta e Gaspare di Kilowatt.

Nicoletta ha presentato l’esperienza di Co?Tour, una ricerca commissionata da Confcooperative Emilia-Romagna per approfondire nuove prospettive di mutualità interne ed esterne al mondo cooperativo.

Su 172 realtà mappate in Emilia-Romagna, sono state raccolte le opinioni del 41% di esse. Da questi risultati sono emersi i nuovi soggetti della mutualità, ovvero:

  • gli aggregatori, che hanno un ruolo nel territorio come punto di riferimento per altre realtà
  • soggetti a driver multiplo, che hanno cioè capacità di innescare driver multipli di mutualità, ossia multipli bisogni di partenza che hanno portato alla costituzione dell’impresa.
  • soggetti che, pur avendo adottato forme giuridiche diverse rispetto a quella cooperativa, si configurano, nei fini e nei mezzi adottati, come imprese basate sui meccanismi della mutualità.

Mutualità che può essere, dunque, interna (quella governata da una cooperativa e dai suoi soci, che condividono un obiettivo comune) o esterna (quella che nasce dalla necessità di condividere parte dei valori con soggetti che stanno al di fuori della cooperativa, con cui lo status di soci è più difficile da gestire).

Dal concetto di mutualità – che in sintesi significa messa insieme dei mezzi per un fine comune, distribuzione del valore – arriviamo così all’ultimo argomento della giornata: il community organizing.

Gaspare chiude il cerchio di questa edizione di CoopUp Bologna passando in rassegna tutti i casi studio da cui siamo partiti: i Provo olandesi, STPLN, Fon, Cyrcolo, Grantouristas, Lowaste, ìMaCo.

Fare incubazione di community significa passare dallo stakeholder engagement al community engagement; significa identificare e prendersi cura dei community leader, non solo dei portatori di interesse.

Quali sono le peculiarità di una community?

  • regola dell’1% (suddivide gli utenti di una community in tre categorie, in base al grado di partecipazione: i lurker, i contributori, i creatori. Su 100 utenti, solo 1 crea contenuti, altri 9 operano piccole attività come commenti o modifiche, mentre 90 “lurkano”; quindi… non contiamo su tutti!)
  • ci vuole cura e gestione della leadership
  • la community può lavorare su una filiera intera!
  • mutuo aiuto?
  • si può capire meglio il bisogno
  • può aiutare a prototipare, testare, estendere un servizio!

Chiude la giornata il momento MrWolf. Ospiti Stefano Mucciarella, Gabriele Goretti e Matteo Manzoni che hanno analizzato i problemi di Reuse with love, una delle realtà che ha partecipato al percorso.

Qui l’infografica riassuntiva dell’incontro.

 

Di seguito, le presentazioni dei relatori.

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