CoopUP BO, incontro#3: Numeri e metriche, cosa c’è da sapere?

Il terzo appuntamento di CoopUPBo si è svolto lo scorso 2 novembre. Prima di affrontare l’ostico tema dei numeri, tra conto economico e stato patrimoniale, abbiamo riflettuto con Gaspare Caliri e Nicoletta Tranquillo [Kilowatt] su testing e validazione dell’idea imprenditoriale, fase estremamente importante che serve a verificare l’effettiva utilità e l’interesse verso il nostro prodotto/servizio.

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La fase di validazione è utile non solo per confermare le nostre ipotesi, ma anche a darsi delle tempistiche per la realizzazione, perchè come ricordavamo durante il primo incontro,

la cosa più importante non è l’idea, ma l’execution

La validazione dell’idea parte dalla compilazione del Business Model Canvas, argomento affrontato durante il secondo incontro. Visto che molti team avevano ancora dubbi, Gaspare e Nicoletta  hanno consigliato di iniziare dal Minimun Viable Product, cioè il prodotto minimo funzionante, la parte iniziale e principale dell’idea che stiamo sviluppando, senza la quale non ha senso quello che stiamo facendo: costruire un primo canvas – che funzioni – intorno a questo e aggiungere poi il resto può essere utile per schiarirci le idee e semplificare la nostra offerta.

Il MVP è utile anche per individuare i propri competitor: chi offre servizi simili al mio? chi cerca di rispondere allo stesso bisogno che ho individuato?

Altro strumento utilissimo per individuare i bisogni a cui vogliamo rispondere e i competitor è la Gap Analysis: consente di analizzare le caratteristiche chiave del prodotto/servizio e il loro sviluppo rispetto ai concorrenti:

gap analysis[esempio di Gap Analysis]

Gaspare introduce un ulteriore strumento utile per la validazione dell’idea e per la narrazione dell’identità: il quadrato semiotico che permette di posizionarsi rispetto ai competitor e di valorizzare la propria identità secondo 4 punti di vista: pratico, utopico, ludico e critico [figura 2]. Posizionando i nostri competitor all’interno del quadrato, ci accorgiamo di quali parti sono scoperte, consentendo di inserirci nel punto vuoto o meno affollato, così da differenziarci dalle proposte già esistenti.

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[un esempio del quadrato semiotico sviluppato da Floch, semiologo e pubblicitario]

Validato il bisogno e il mercato, è fondamentale testare il prodotto tra i potenziali utenti: per raccogliere informazioni sulla nostra community, oltre alle interviste e ai questionari online, esistono anche strumenti collaborativi e coinvolgenti. Eccone alcuni:

  • Mechanical turk: questo tipo di test è molto utile perchè lascia emergere elementi del prodotto/servizio che possono essere verificati solo nel momento in cui lo si prova realmente. Per fare un esempio: negli anni Settanta, IBM decise di introdurre il dattilografo vocale nei suoi uffici. Interpellati i dipendenti, tutti risposero immediatamente di sì, immaginando i vantaggi dell’avere una macchina che scrivesse al posto loro e sotto dettatura. L’azienda decise però di selezionare solo alcuni tra coloro che si erano detti interessati al servizio e far provare loro un finto prototipo (non era una macchina a scrivere, ma una persona). Dal test, emersero alcuni elementi non considerati inizialmente, per esempio, il fatto che la dettatura potesse creare confusione in ufficio, che determinarono un cambiamento di posizione nei tester e la decisione dell’azienda di bloccare il progetto.
  • Community driven co-design: gli utenti sono contemporaneamente fruitori e ideatori del servizio. Viene citato l’esempio di LABèCO, un progetto realizzato da Kilowatt con Coop Alleanza 3.0: per costruire un calendario di laboratori per bambini di educazione non formale, creativa ed esperienziale, sono stati coinvolti, attraverso una call, i genitori con l’obiettivo di creare una comunità da cui far emergere desideri e bisogni, con cui condividere esperienze e conoscenze. E’ il tipo di condivisione e relazione che si crea nella community che spinge a partecipare, non tanto il servizio o prodotto offerto.
  • Cultural probe: si tratta di una metodologia che consiste nel fornire a un gruppo di utenti selezionati un kit (comprendente di solito un diario, delle mappe, delle cartoline) da utilizzare nel momento di testing, così da raccogliere dati utili, anche emozionali, per la validazione del nostro prodotto.
  • Smoke test: una sorta di test preliminare per nicchie selezionate di utenti, particolarmente sensibili. Dropbox, per esempio, in fase di prototipazione, ha coinvolto utenti selezionati in specifici gruppi e forum online: in una notte ha ricevuto migliaia di mail di adesione.
  • Mokups: generalmente utilizzato per i sti web o le app, consiste nel realizzare una rappresentazione grafica delle sua struttura e della user experience per evitare, per esempio, passaggi o sezioni inutili.
  • Crowdfunding: lanciare una campagna di crowdfunding su un prodotto che stiamo sviluppando, è utile non solo per raccogliere fondi, ma anche per testare la nostra idea e costruire una community di riferimento, disponibile a comprare un qualcosa che, di fatto, non esiste ancora.

Dopo l’intervento di Gaspare e Nicoletta, è arrivato il momento di parlare di numeri e flussi di cassa con Alberto Montanari di Emil Banca che insiste su un aspetto molto importante, che generalmente le startup o le imprese in fase di avvio tralasciano o sottovalutano: il budget. Nel momento in cui andiamo a presentare la nostra idea a una banca per avere finanziamenti, il documento più importante da realizzare è il bilancio d’esercizio, indispensabile per avere una definizione concreta della struttura dei costi e del piano dei ricavi.

Quali costi (materiali, di personale, giuridici ecc. ) devo sostenere per avviare la mia impresa?

Alberto introduce poi il concetto di equilibrio economico- finanziario, cioè l’equilibrio tra il conto economico/stato patrimoniale e i flussi di cassa; in poche parole, avere ben chiari i flussi di cassa, cioè quanto sostengo i miei costi e quando incasso i ricavi, per evitare il conto corrente vada in rosso.

Infine, nella valutazione dell’idea di impresa è necessario capire dove recuperare il capitale (investitori, istituzioni, banche) e metterlo in relazione con quello che stiamo investendo personalmente.

E’ l’ora di mettere in pratica quanto detto: divisi in tre gruppi, a seconda delle necessità di ognuno e dell’avanzamento del progetto, i partecipanti hanno lavorato sull’identità dell’idea imprenditoriale con Gaspare, su test e validazione dell’idea con Nicoletta e sulla situazione economico- finanziaria con Alberto.

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Conclusa la parte seminariale, è iniziato il momento MrWolf su test e validazione dell’idea di impresa. Ospiti in qualità di mentor esterni Andrea Cattabriga (fondatore di Slowd e Makers Modena Fab Lab) e Nicola Mezzetti (mentor a TIM WCAP e docente presso l’Università di Trento). MindsLab, scelta tra quelle che partecipano al percorso, la startup sottoposta all’analisi collettiva, con focus sulla validazione dell’idea di impresa. Qui l’infografica riassuntiva dell’incontro, molto interessante e partecipato.

Prossimo appuntamento il 16 novembre su GOVERNANCE COOPERATIVA, IBRIDI ORGANIZZATIVI E LAVORO: come funziona, come cambia e come cambia il mercato del lavoro: dalle 14.00 alle 18.00 la parte seminariale per i soli partecipanti al percorso, dalle 18.00 alle 20.00 il momento MrWolf aperto a tutti.

Per informazioni o domande, scrivete a coopupbo@confcooperative.it

Qui di seguito, le presentazioni dei relatori e il Business Model Canvas presentato da MindsLab.

 

 

 

 

 

 

 

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